
Il Museo Naturalistico “F. Spallone” dell’area protetta regionale Marturanum approda alla Riserva Naturale Monte Rufeno con una mostra interamente dedicata alla crisi climatica. Un progetto nato con il contributo della Regione Lazio (nell’ambito del Piano Musei) e inserito nel Sistema Museale RESINA, che unisce divulgazione scientifica e impegno ambientale.
Promossa dal Comune di Acquapendente, dal Monumento Naturale Bosco del Sasseto e dall’area protetta dell’alto viterbese, l’iniziativa si propone di sensibilizzare cittadini e turisti sulle cause, gli impatti e le possibili soluzioni legate al riscaldamento globale.
Un percorso per capire la crisi
La mostra, allestita nel suggestivo Chiostro di San Francesco, sarà visitabile tutti i giorni dalle 9:00 alle 12:00, e da giovedì 21 a domenica 24 agosto anche in fascia serale, dalle 18:00 alle 21:00. L’occasione coincide con le feste patronali e tradizionali che ogni anno animano il borgo aquesiano, offrendo così un momento di riflessione oltre che di festa.
Ad accompagnare il pubblico, un gruppo di giovani del Servizio Civile Universale, coordinati logisticamente dalle naturaliste Antonella Palombi e Moica Piazzai, esperte dell’area protetta locale.
Come spiega il dott. Roberto Papi, referente del progetto per il Parco Marturanum, il percorso espositivo cerca di rispondere a domande sempre più urgenti:
“Perché fa così caldo? Perché eventi estremi come alluvioni sono più frequenti? Perché si diffondono nuove malattie? E perché non percepiamo la crisi climatica con l’urgenza che merita, come è avvenuto per il Covid?”
La scienza è chiara: servono azioni rapide
La mostra evidenzia come il riscaldamento globale sia dovuto in larga parte alle attività umane, in particolare alla combustione di gas, petrolio e carbone. L’uso delle fonti fossili – anche nei trasporti e nell’industria – sta provocando danni irreversibili a agricoltura, foreste e ghiacciai, tre ecosistemi fondamentali per la vita sulla Terra.
Solo negli ultimi 10 anni, in Italia, si è registrato un calo del 30% nella produzione di frutta, a causa di siccità e temperature anomale. Un segnale preoccupante che conferma l’urgenza di una transizione ecologica.
I parchi come laboratori di sostenibilità
Al centro dell’iniziativa c’è una convinzione forte: le aree protette possono e devono diventare modelli di sostenibilità concreta. Il progetto “Parco a emissioni zero”, già in corso, va proprio in questa direzione, con azioni mirate alla decarbonizzazione e alla promozione di buone pratiche ambientali accessibili a tutti.
Non a caso, è stato redatto anche un Decalogo per il Clima, una guida pratica che invita ognuno a fare la propria parte per il futuro del pianeta.